I risultati dell’undicesima edizione della CIO Survey, realizzata da NetConsulting cube e promossa da Capgemini Italia, Cisco e TIM, sono stati presentati a Milano il 5 luglio. L’analisi si pone da sempre l’obiettivo di rilevare i principali temi che caratterizzano l’attività dei CIO delle maggiori realtà private italiane. Quest’anno la ricerca si è focalizzata sul percorso delle aziende italiane verso la digitalizzazione, per comprenderne i suoi impatti sulle relazioni con il Mercato, i Clienti e le Filiere, ma anche quelli sui modelli organizzativi e sui processi interni.
Come ogni anno, la Survey è stata realizzata grazie alla collaborazione di un panel di CIO di aziende grandi e medio-grandi, appartenenti a diversi settori di mercato: Assicurazioni, Banche, Energy & Utilities, Industria, GDO & Retail, Telco & Media, Servizi & Trasporti.
I cantieri digitali: stato di avanzamento e sfide attuali
Dai dati della CIO Survey 2017 emerge chiaramente che i principali cantieri che abilitano il percorso verso la Digital Enterprise per il biennio 2017-2018 sono il Mobile (per il 68% delle aziende), i Big Data e l’Advanced Analytics (59%), il Cloud (56%), la Cyber Security (54%) e l’Internet of Things (46%).
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I diversi cantieri digitali sono fattori cruciali e decisivi per abilitare il percorso verso il nuovo modello di “Impresa Digitale”; sono stati rilevati però alcuni ostacoli che ne impediscono la piena implementazione e che sono principalmente riconducibili alla sfera business delle aziende. In particolare, questi si riferiscono alla mancanza di competenze in ambito business e di processo, alla scarsità di risorse economiche e alla “concorrenza” esercitata da altre priorità business, indicate rispettivamente dal 41% delle aziende intervistate (Figura 1). Seguono la difficoltà nel cambiare la visione e la strategia aziendale e la mancanza di competenze in ambito ICT.
Figura 1 – Le sfide nell’implementazione dei cantieri digitali
Fonte: NetConsulting cube, CIO Survey 2017
Alcuni ritardi nell’implementazione dei cantieri digitali sono quindi imputabili, prevalentemente, ad una scarsa capacità di execution in ambito business, nonostante in azienda sia ben chiaro come oggi alcune tematiche come il Mobile, i Big Data, l’IoT e la Cyber Security siano elementi imprescindibili per l’Innovazione del Business, per una maggiore efficacia delle attività di Marketing e di Comunicazione e per una migliore efficienza dei processi interni.
A riprova di ciò, va sottolineato che solo il 22% delle aziende rileva come freno una scarsa comprensione dell’impatto dei nuovi paradigmi digitali sul business e solo il 6% dei rispondenti ha indicato timori relativi alla possibilità di cannibalizzare il business in essere. Inoltre emerge come generalmente non sia percepito uno scarso committment del Top Management, citato solo dal 13% delle aziende, e non avvertono neanche la mancanza di sostegno da parte dei responsabili di Linee di Business, tema indicato solo dall’11% dei partecipanti alla rilevazione.
L’impatto della digitalizzazione e le opportunità per le aziende italiane
Il percorso verso la Digital Enterprise sta fornendo alle aziende italiane diverse opportunità e gli impatti sono oggi evidenti principalmente nella relazione con i Clienti (Figura 2): in base ai dati della CIO Survey, infatti, questo è vero per il 93% delle aziende. Per il 39% degli intervistati, questo impatto è “molto significativo”: nuovi Canali di vendita, nuove Strategie e modelli di loyalty e di engagement, ma anche nuovi strumenti di Assistenza Clienti che consentono in molti casi di ridurre i costi operativi e di liberare risorse per altre attività a maggior valore aggiunto.
I settori che più di altri risentono di questa trasformazione sono le Banche, le Assicurazioni, i Telcos e le aziende del settore Media, industry caratterizzate da ampi bacini di clientela da gestire. Queste trasformazioni sono condizionate dalla crescente digitalizzazione degli utenti finali e dal cambio strutturale dei loro profili comportamentali, sempre più basati sull’utilizzo di applicazioni digitali e riconducibili prevalentemente a piattaforme e device mobili e a Social Network. La Customer Experience rimane poi una tematica prioritaria per la maggioranza delle aziende.
Figura 2 – I cantieri digitali e l’impatto sulle aziende: relazione con i clienti, organizzazione e processi interni e relazione con fornitori e partner a monte
Fonte: NetConsulting cube, CIO Survey 2017
Ma gli impatti della digitalizzazione sono evidenti anche nell’organizzazione e nei processi interni come nella relazione tra l’Azienda e i suoi Fornitori e Partner.
Secondo il 76% delle aziende che hanno partecipato alla CIO Survey 2017, gli impatti più evidenti sui modelli organizzativi sono rintracciabili nelle nuove relazioni e interazioni tra IT e Linee di Business. Le priorità IT delle aziende sono infatti sempre più orientate al miglioramento dei processi di business e al miglioramento dell’efficienza operativa; relazioni più strette quindi, dove l’IT non è chiamata esclusivamente a fornire un supporto operativo: in molti casi la sua funzione è quella di guidare il business verso l’Innovazione e verso i nuovi paradigmi tecnologici abilitanti.
Il 64% delle aziende indica come secondo impatto rilevante della digitalizzazione la creazione e l’introduzione di nuove figure professionali con competenze specifiche sui nuovi trend. Gli ambiti in cui si stanno creando o introducendo nuove competenze specifiche sono quelle della Data Science & Data Analysis, della Cyber Security e dell’Internet of Things. Fra le aree e le funzioni aziendali maggiormente impattate dalla digitalizzazione, spiccano il Marketing (per il 68% delle aziende) e l’area Vendite (56%). A queste trasformazioni si aggiunge la necessità di creare o introdurre nuove figure manageriali: questo riguarda ben il 42% delle aziende. Tra le principali figure manageriali introdotte spicca quella del Chief Digital Officer, presente ormai nel 52% delle aziende che hanno inserito o creato nuove figure professionali per traguardare la Digital Transformation.
Secondo la maggioranza dei partecipanti alla CIO Survey 2017, la progressiva digitalizzazione delle attività aziendali sta avendo impatti anche sul rapporto con Fornitori e Partner della filiera, anche se in misura minore rispetto agli impatti che si registrano sulla relazione con i Clienti o sui modelli organizzativi interni. In misura particolarmente significativa, per quanto riguarda la filiera, l’impatto è evidente sulle attività di comunicazione, in quanto le nuove tecnologie consentono una maggiore immediatezza e tempestività (tema citato dal 71% degli intervistati). Segue la possibilità di avviare forme di collaborazione sempre più orientate alla condivisione di documenti ed informazioni in tempo reale (67%) e quindi anche sull’opportunità di avere un controllo puntuale sui flussi documentali ed informativi (63%).
Digital Enterprise: come cambia il “mestiere” del CIO
In uno scenario di mercato in profonda trasformazione, anche il ruolo del CIO è in continua evoluzione; e l’undicesima edizione della CIO Survey ha voluto mettere in evidenza il punto di vista dei CIO su come essi stessi si vedono nel prossimo futuro, avendo come orizzonte temporale il 2020.
Nella maggioranza dei casi, i CIO si vedono come attori primari per la gestione dell’equilibrio tra Operations e Innovazione: non più quindi un ruolo limitato esclusivamente a gestire il corretto funzionamento dell’IT, ma sempre più coinvolto nell’interazione con il business e per l’introduzione di Innovazione in azienda.
Nel 23% dei casi, i CIO dichiarano che da qui al 2020 svolgeranno un ruolo trainante nel portare Innovazione: forte supporto al business, quindi, ma soprattutto una chiara visione strategica che permetterà l’evoluzione delle attività aziendali.
Sicuramente la sfida, per i prossimi anni, sarà quella di far convivere figure come il Chief Information Officer, il Chief Innovation Officer e il Chief Digital Officer, ed al tempo stesso bilanciare le responsabilità tra chi dovrà guidare il cambiamento, stimolando nuovi modi di pensare e agire, e chi si dovrà occupare anche di garantire continuità e corretto funzionamento dei processi di business.